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Parlarsi meglio per vivere meglio: il potere delle parole che usi con te stesso

1. Introduzione: la voce più importante è la tua

Tutti abbiamo una voce dentro che ci parla. A volte ci incoraggia, spesso ci critica, altre volte ci confonde o ci silenzia. Questo flusso costante di pensieri, giudizi e domande è ciò che chiamiamo dialogo interiore.

Nel coaching, nel mentoring e nel counselling, uno degli snodi fondamentali non è solo cosa la persona pensa, ma come si parla internamente — perché lì si giocano fiducia, direzione, motivazione.


2. Cos’è il dialogo interiore?

Il dialogo interiore è la conversazione continua che ciascuno ha con sé stesso.
Può essere:

  • Automatico (riflesso di credenze inconsce)

  • Ruminante (ripetitivo, giudicante, bloccante)

  • Motivante (focalizzato, empatico, realistico)

  • Plurale (influenzato da diverse “parti di sé”)

“Non ce la farò mai”,
“È colpa mia se le cose vanno così”,
“Ho bisogno di farlo perfettamente”...
Sono frasi che spesso passano inosservate — ma plasmano l’identità e le azioni.


3. Perché il dialogo interiore è importante nei percorsi di aiuto

Le parole che usiamo con noi stessi:

  • influenzano la nostra percezione di possibilità;

  • alimentano o frenano il senso di autoefficacia;

  • condizionano le nostre emozioni, decisioni, confini;

  • rinforzano identità limitanti o evolutive.

Il dialogo interiore è come una colonna sonora invisibile: puoi cambiarne il tono, e cambierà tutta la scena.


4. Le forme disfunzionali del dialogo interiore

Molte persone vivono in compagnia costante di:

  • Il giudice interiore: perfezionista, implacabile.

  • La vittima interna: passiva, impotente.

  • Il sabotatore: minimizza, deride, rallenta.

Queste “voci” interne non vanno zittite, ma ascoltate con nuovi strumenti, comprese, trasformate.

Sintomi tipici di un dialogo interiore disfunzionale:

  • procrastinazione cronica

  • autosvalutazione

  • ansia decisionale

  • senso di inadeguatezza pervasivo


5. Il lavoro del professionista: rendere visibile il linguaggio invisibile

Mentori, coach e counsellor aiutano a:

  • Portare alla luce il dialogo interiore (spesso inconscio);

  • Distinguerlo dalla realtà oggettiva;

  • Re-introdurre compassione, lucidità e autoregolazione.

Domande chiave da porre:

  • “Se quella voce avesse un volto, chi sarebbe?”

  • “Chi ti parlava così, quando eri più giovane?”

  • “Che tono userebbe una voce alleata?”


6. Tecniche per trasformare il dialogo interiore

• La sedia vuota (Gestalt)

Far dialogare il cliente con le proprie “voci interne” in modo esplicito, dando forma e voce a ciascuna parte.

• Reframing linguistico

Riscrivere frasi limitanti in forme più generative:

  • “Non ce la farò mai” → “Non so ancora come farlo, ma posso iniziare”

  • “Sono sempre in ritardo” → “Sto imparando a gestire meglio il mio tempo”

• Diario del dialogo interno

Tenere un diario settimanale in cui scrivere:

  • le frasi automatiche negative

  • il contesto in cui emergono

  • possibili alternative più realistiche o gentili

• Tecnica delle “parti interne” (IFS, Voice Dialogue)

Riconoscere che dentro di noi vivono più “sé” (protettivi, feriti, evolutivi) — e che non vanno eliminati, ma armonizzati.


7. Verso un dialogo interiore adulto, empatico, integrato

Un dialogo interiore sano non è fatto solo di ottimismo. È fatto di:

  • Verità senza crudeltà,

  • Gentilezza senza negazione,

  • Disciplina senza violenza.

Aiutare il cliente a parlarsi come parlerebbe a una persona che ama è spesso una svolta.
Perché le parole interne diventano azioni esterne, confini, sogni perseguiti.


8. Esempio reale (anonimizzato)

Marco, 42 anni, mentoring per leadership:
“Quando sbagliavo qualcosa, mi dicevo cose tipo: ‘Sei un incapace’. Era automatico. Nel percorso ho imparato a riconoscere quella voce e a parlarle. Ora mi dico: ‘Hai fatto un errore, sì. Ma puoi rimediare, puoi imparare. Non sei il tuo errore’. Ha cambiato tutto.”


9. Conclusione: diventare alleati di sé stessi

Il dialogo interiore può essere:

  • un campo di battaglia,

  • una gabbia mentale,

  • oppure un luogo di forza, direzione e pace.

La relazione d’aiuto non fornisce risposte preconfezionate.
Aiuta le persone a riformulare le domande, il tono, le parole con cui si rivolgono a sé stesse.

Cambiare il mondo dentro di noi è il primo passo per cambiare il mondo fuori.

Anche il mondo aziendale può migliorare intervenendo sul linguaggio delle persone.

Il modo in cui ti parli ogni giorno influenza la tua autostima, il tuo livello di stress e la tua capacità di affrontare le sfide.

Imparare a parlarsi bene è uno strumento trasformativo per migliorare la qualità della tua vita.