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Come trasformare il dialogo interiore in risorse professionali
Ogni giorno, quando ci prepariamo ad affrontare la giornata lavorativa, non siamo mai soli. Non parlo delle persone fisiche con cui interagiamo, ma di un altro compagno di viaggio: il nostro dialogo interiore. Quella voce nella testa che commenta, giudica, consiglia, dubita e, a volte, ci frena. Sebbene spesso venga sottovalutato, il dialogo interiore ha un impatto profondo sul nostro comportamento e sulle nostre performance lavorative.
In un contesto professionale competitivo, imparare a riconoscere, comprendere e trasformare queste voci interiori non è solo utile, ma può essere decisivo per il nostro benessere e la nostra efficacia. In questo articolo esploreremo come il dialogo interiore influenzi il nostro lavoro, quali siano le voci più comuni che ci parlano, e come possiamo trasformarle in alleate preziose per il nostro successo professionale.
Cos’è il dialogo interiore e perché conta anche sul lavoro
Il dialogo interiore è una conversazione che avviene dentro di noi, che può essere tanto consapevole quanto automatica. A volte, è un pensiero che ci guida e ci spinge a intraprendere azioni, altre volte può diventare un freno che ci limita, facendo emergere dubbi, paure o insicurezze.
Nel contesto lavorativo, il dialogo interiore può influenzare la qualità delle nostre interazioni, la nostra produttività, il nostro modo di affrontare le sfide e di rispondere ai feedback. Immaginatevi una riunione importante: se la vostra mente è invasa da pensieri come "farò una brutta figura" o "non sono abbastanza preparato", è difficile che possiate esprimervi con sicurezza e chiarezza.
Al contrario, un dialogo interno che riconosce i vostri punti di forza, che celebra i progressi e che vi permette di restare centrati e lucidi, vi porterà a essere più efficaci e sereni.
Le “voci interne” più comuni in ambito lavorativo (fonti varie)
In ogni contesto, dentro di noi, ci sono diverse voci che emergono, ognuna con la propria prospettiva e intento. Alcune di queste voci possono essere costruttive, altre distruttive, ma tutte influenzano il nostro comportamento. Ecco alcune delle voci più comuni che si manifestano nel contesto professionale:
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Il Critico interiore
Questa voce è spesso il nostro peggior giudice. È quella che ci dice "non sei abbastanza bravo", "fallirai" o "gli altri sono migliori di te". Il Critico può sembrare motivante all'inizio, ma spesso ci spinge verso la perfezione e la paura di fallire, impedendoci di agire liberamente e con sicurezza. -
L’Esigente
"Devi fare di più", "Non puoi permetterti di sbagliare", "Il tuo lavoro deve essere impeccabile". Questa voce rappresenta una spinta incessante verso l'eccellenza e la soddisfazione delle aspettative degli altri. Spesso, però, ci porta a ignorare i nostri limiti e ad accumulare stress e frustrazione. -
Il Bambino spaventato
Quando ci sentiamo insicuri o minacciati, il nostro "Bambino interiore" può emergere. È quella voce che dice "non posso farcela", "mi giudicheranno male", "meglio non rischiare". La paura di sbagliare può paralizzarci, impedendoci di prendere iniziative o di affrontare situazioni nuove. -
L’Adulto consapevole
Questa voce è quella che ci invita ad affrontare le situazioni con lucidità, equilibrio e realismo. L’Adulto riconosce le difficoltà ma non si lascia sopraffare da esse. È la voce che ci permette di agire in modo ponderato, riflettendo sul qui e ora, senza cadere nella trappola del perfezionismo o dell’auto-sabotaggio. -
Il Mentore interno
Quando siamo in grado di accedere alla parte più saggia di noi, il nostro Mentore interiore emerge. È quella voce che ci sostiene, che ci ricorda le nostre capacità, le esperienze passate da cui abbiamo imparato e che ci invita a perseverare anche di fronte alle difficoltà. Parliamo della capacità di prenderci cura di noi e darci supporto.
Come nasce questo dialogo: tra educazione, esperienze e cultura aziendale
Le voci che ascoltiamo nella nostra testa non sono casuali. Sono il risultato di una lunga serie di esperienze, influenze esterne e modelli appresi. Fin da piccoli, veniamo condizionati dai messaggi ricevuti dai genitori, dalla scuola e dall’ambiente familiare.
Successivamente, nel mondo del lavoro, il nostro dialogo interno viene ulteriormente plasmato dalla cultura aziendale, dai feedback dei colleghi e dai modelli di leadership che incontriamo.
Se in un contesto aziendale c’è una forte pressione sulle performance e sull’eccellenza, è probabile che il nostro dialogo interno si carichi di voci esigenti o autocritiche. D’altra parte, un ambiente lavorativo che promuove il benessere, la collaborazione e la crescita personale favorirà l’emergere di voci più equilibrate e positive.
Strategie per trasformare le voci interiori in alleate
Saper riconoscere le voci interiori è solo il primo passo. Il vero cambiamento avviene quando impariamo a gestire e trasformare queste voci, affinché diventino risorse utili invece di ostacoli. Ecco alcune strategie pratiche:
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Ascolto consapevole: Inizia a prestare attenzione al tuo dialogo interiore, soprattutto nei momenti critici. Chiediti: “Quale voce sta parlando in questo momento? È utile per la situazione?”
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Ristrutturazione del messaggio: Quando emergono voci critiche, prova a riformularle. Invece di pensare "Non ce la farò", puoi sostituirlo con "Cosa posso fare per prepararmi meglio e affrontare questa sfida?".
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Diario del dialogo interiore: Scrivere ciò che pensiamo durante la giornata lavorativa aiuta a prendere distanza dai pensieri. Annotare le voci che ci limitano e quelle che ci potenziano ci permette di osservare pattern e cambiamenti nel tempo.
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Pratiche di mindfulness: Tecniche come la meditazione e la respirazione consapevole sono strumenti efficaci per osservare senza giudicare il nostro dialogo interiore, senza lasciarsi sopraffare da esso.
Benefici sul piano professionale
Gestire e trasformare il nostro dialogo interiore ha un impatto diretto sul lavoro. I benefici principali includono:
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Maggiore lucidità decisionale: Ascoltare e rispondere consapevolmente al nostro dialogo interno ci aiuta a prendere decisioni più equilibrate e meno impulsive.
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Resilienza: In situazioni di stress o difficoltà, un dialogo interno equilibrato ci rende più resilienti, pronti a risolvere problemi anziché a farci sopraffare dalle emozioni.
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Miglioramento delle relazioni interpersonali: Essere consapevoli delle nostre voci interiori ci permette di interagire con maggiore empatia e assertività, migliorando la comunicazione con colleghi e superiori.
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Leadership personale: Un dialogo interiore sano alimenta la fiducia in sé stessi, una qualità fondamentale per diventare leader autentici e ispiratori nel proprio ambito professionale.
Voci Interiori da diverse fonti
I personaggi che ho citato nel dialogo interiore non sono direttamente tratti da una singola teoria aziendale, ma piuttosto sono un’interpretazione personale ispirata a diverse teorie psicologiche e psicoterapeutiche. La descrizione delle voci interiori (il Critico, l’Esigente, il Bambino, l’Adulto e il Mentore) si riflette principalmente in alcuni concetti delle seguenti scuole di pensiero:
1. Analisi Transazionale (AT) di Eric Berne
La Teoria degli Stati dell’Io di Eric Berne è una delle principali ispirazioni per la descrizione delle voci interiori. Secondo l’AT, la personalità di ogni individuo si articola in tre Stati dell’Io principali:
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Genitore (critico e protettivo, che nel nostro dialogo interiore si manifesta come la voce giudicante o esigente)
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Adulto (razionale, presente nel qui e ora, che può essere paragonato alla voce del Mentore o dell’Adulto consapevole)
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Bambino (emotivo e reattivo, che appare come la voce del Bambino spaventato).
Il modello di Berne aiuta a comprendere come certe “voci” emergano da esperienze passate e influenzino i comportamenti e le reazioni di una persona nelle diverse situazioni.
2. Teoria del Sé di Donald Winnicott
Il concetto di Bambino interiore è anche influenzato dalle teorie di Donald Winnicott, in particolare dalla sua teoria del Sé e del “Bambino vero”. Winnicott parla del ruolo della madre sufficientemente buona nel facilitare l’espressione autentica del bambino, il quale sviluppa il suo “Sé vero” solo quando le sue emozioni vengono riconosciute e validate. In un contesto di lavoro, il "Bambino spaventato" rappresenta quella parte di noi che teme il giudizio, il fallimento o l’incertezza.
3. La teoria cognitivo-comportamentale (CBT)
Alcuni dei modelli di pensiero distorti studiati dalla terapia cognitivo-comportamentale (come il pensiero catastrofico, la generalizzazione eccessiva e il pensiero polarizzato) possono riflettersi nelle voci critiche ed esigenti. La CBT aiuta a riconoscere come questi pensieri automatici influenzino il nostro comportamento e le nostre emozioni, in particolare nelle situazioni stressanti, come quelle lavorative.
4. Psicologia Positiva e Mindfulness
Il concetto di Mentore interiore trova affinità con gli approcci della psicologia positiva e della mindfulness. Questi orientamenti enfatizzano l’importanza di sviluppare un dialogo interiore che promuova autocompassione, resilienza e una visione realistica e positiva di sé, particolarmente utile in contesti professionali.
Sintesi:
Le voci che ho descritto nel dialogo interiore non provengono da una sola teoria aziendale, ma sono un mix di intuizioni psicologiche, specialmente ispirate dall'Analisi Transazionale di Eric Berne, dalla teoria del Sé di Winnicott, dai modelli della psicologia cognitivo-comportamentale, e dalla psicologia positiva. Questi concetti possono essere facilmente adattati e applicati anche all’ambito professionale, dove il dialogo interno gioca un ruolo cruciale nelle decisioni, nelle interazioni e nella gestione dello stress.
Conclusione
Il nostro dialogo interiore, sebbene spesso ignorato, è uno degli strumenti più potenti a nostra disposizione. Saperlo riconoscere e trasformare non solo ci permette di vivere con maggiore autenticità e serenità, ma ci offre anche un vantaggio competitivo nel mondo del lavoro.
In un’epoca in cui la consapevolezza e l’intelligenza emotiva sono sempre più richieste, lavorare su noi stessi e sui nostri pensieri è il primo passo verso il successo, sia personale che professionale.
Cambiare il linguaggio per cambiare i nostri pensieri è una delle indicazioni migliori che si possano dare, come pure modificare la postura modifica lo stato d'animo.