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Fattore culturale e pregiudizio

Si parla spesso di inclusività ed accoglienza della diversità. Perlomeno, un mentore viene formato a comprendere che il contesto sociale ha un profondo impatto sul modo in cui percepiamo le cose. Sono stata stimolata a scrivere queste poche righe da un incontro avvenuto alcuni giorni fa in cui sono stati presentati diversi strumenti molto interessanti di cui vado a parlarvi.

Facciamo prima un breve excursus per capire come The Culture Factor Group ha definito alcune caratteristiche per confrontare le diverse culture in modo da poter poi fare dei discernimenti.

Distanza di Potere

Questa dimensione riguarda il fatto che tutti gli individui nelle società non sono uguali: esprime l'atteggiamento della cultura nei confronti di queste disuguaglianze tra noi. La distanza di potere è definita come la misura in cui i membri meno potenti delle istituzioni e delle organizzazioni di un paese si aspettano e accettano che il potere sia distribuito in modo ineguale.

Individualismo

La questione fondamentale affrontata da questa dimensione è il grado di interdipendenza che una società mantiene tra i suoi membri. Ha a che fare con il fatto che l'immagine di sé delle persone sia definita in termini di "io" o "noi". Nelle società individualiste le persone dovrebbero prendersi cura solo di se stesse e della propria famiglia diretta. Nelle società collettiviste le persone appartengono a "gruppi" che si prendono cura di loro in cambio di lealtà.

Motivazione verso la realizzazione e il successo

Un punteggio elevato (Decisivo) in questa dimensione indica che la società sarà guidata dalla competizione, dai risultati e dal successo, con il successo definito dal vincitore/migliore sul campo - un sistema di valori che inizia a scuola e continua per tutta la vita organizzativa. Un punteggio basso (orientato al consenso) sulla dimensione significa che i valori dominanti nella società sono la cura degli altri e la qualità della vita. Una società orientata al consenso è quella in cui la qualità della vita è il segno del successo e distinguersi dalla massa non è ammirevole. La questione fondamentale qui è ciò che motiva le persone, a voler essere i migliori (Decisivo) o ad apprezzare ciò che fai (Orientato al consenso).

Evitare l’incertezza

La dimensione Evitamento dell’incertezza ha a che fare con il modo in cui una società affronta il fatto che il futuro non potrà mai essere conosciuto: dovremmo cercare di controllare il futuro o semplicemente lasciare che accada? Questa ambiguità porta con sé ansia e culture diverse hanno imparato ad affrontare questa ansia in modi diversi. La misura in cui i membri di una cultura si sentono minacciati da situazioni ambigue o sconosciute e hanno creato credenze e istituzioni che cercano di evitarle si riflette nel punteggio relativo all’Elusione dell’incertezza.

Orientamento a lungo termine

Questa dimensione descrive come ogni società debba mantenere alcuni legami con il proprio passato mentre affronta le sfide del presente e del futuro, e le società danno priorità a questi due obiettivi esistenziali in modo diverso. Società normative. che ottengono un punteggio basso in questa dimensione, ad esempio, preferiscono mantenere tradizioni e norme consolidate nel tempo, mentre guardano con sospetto il cambiamento sociale. Quelli con una cultura che ottiene punteggi elevati, invece, adottano un approccio più pragmatico: incoraggiano la parsimonia e gli sforzi nell’istruzione moderna come un modo per prepararsi al futuro.

Indulgenza

Una sfida che l’umanità deve affrontare, oggi e in passato, è il grado di socializzazione dei bambini piccoli. Senza socializzazione non diventiamo “umani”. Questa dimensione è definita come la misura in cui le persone cercano di controllare i propri desideri e impulsi, in base al modo in cui sono state allevate. Un controllo relativamente debole è chiamato “Indulgenza” e un controllo relativamente forte è chiamato “Contenzione”. Le culture possono, quindi, essere descritte come indulgenti o sobrie.

Vi invito a divertirvi con il sito citato e a mettere a confronto diverse culture su questi parametri.

Sono certa che non mancherete di sorprendervi. Io, per esempio, avrei scommesso che la nostra (Italiana) fosse una cultura fortemente individualista mentre invece siamo più vicini di altri a quello che per me è un sogno di cura reciproca allargato.

Tutti noi conosciamo alcuni esempi di cosa è culturalmente educato in un Paese mentre è estremamente maleducato in un altro. Mi viene in mente il rutto dopo mangiato che in alcune culture africane è un segno di apprezzamento mentre in occidente è un segno di maleducazione. Sappiamo che anche il solo guardare negli occhi mentre si parla con un interlocutore in alcuni Paesi è sconveniente, mentre in altri è richiesto ed opportuno. Ognuno ha in mente qualche esempio, ce ne sono molti.

Nei Paesi arabi le donne stanno tra loro in cucina mentre i mariti discutono tra loro in sala. In alcuni matrimoni interculturali questo genere di cose finiscono per diventare un problema relazionale, perlomeno quando si interagisce con le rispettive famiglie.

Non solo cultura Paese

Abbiamo fin qui parlato di come i nostri valori, pensieri e comportamenti si plasmino in base alla cultura del Paese in cui nasciamo e cresciamo, ma non è solo questo che dobbiamo considerare come “contesto”

Anche nell’ambito di uno stesso Paese,  il contesto non è lo stesso se la persona ha genitori agiati, colti ed imprenditori o se la persona è nata in una famiglia socialmente disagiata, con una cultura minima e magari anche in un contesto violento o criminale.

Il vissuto personale è anch'esso un contesto e va tenuto presente in una relazione di mentoring affinché l’altro possa sentirsi accolto e supportato.

Pregiudizi

Non ultimo ci sono i nostri pregiudizi che giocano un ruolo importante e questo sito, facilitato in un incontro cui ho partecipato con Conecta - Bridge for Billions, organizzazione presso la quale ricopro il ruolo di Business Mentore, supportando imprenditori migranti o rifugiati, ci offre una bella panoramica e la possibilità di testarci, su diversi argomenti: religioni, transessualità. armi, razza, disabilità e molto altro).

Conclusioni:

I fattori che concorrono a formare la nostra percezione del mondo sono moltissimi e per capirsi reciprocamente dovremmo sentire uno stimolo ad indagare maggiormente ogni ambito che percepiamo come incomprensibile, ogni fastidio che l'altro ci procura.

Se l’altro ci comunica un suo sentire e noi lo sminuiamo come un suo eccesso di sensibilità, o come erroneo anziché chiederci se non ci sia una parte di ragione, senza metterci in discussione, allora, oltre a non essere di alcun aiuto all’altro, non usciremo dalla nostra teoria della mente, non allargheremo i nostri confini, non usciremo dalla nostra zona di comfort.

Nei conflitti, la prima fase di una negoziazione, dovrebbe essere mettere sul tavolo tutte le ragioni di una parta e dell’altra, vederle e accettarle reciprocamente e, nella comprensione profonda del bisogno dell’altro, trovare una soluzione che soddisfi entrambe le parti. Spesso il bisogno non è quello dichiarato. ed è bene sapere che questo deve essere indagato..

Come vediamo, il mondo non è maturo. La complessità impedisce di fare questo perché spesso ci sono attori occulti, con interessi divergenti che non siedono al tavolo dei negoziati e che agiscono da cigno nero sugli assetti geopolitici.

Indagate le differenze culturali, cercate i pregiudizi più comuni e guardate questo video che ci porta...

Una buona notizia

La buona notizia è che, ce lo diceva Mahmud Assy nell’incontro di Conecta già citato, che il nostro agire non è fine a se stesso, noi siamo parte di un flusso. Gli individui hanno idee, si tramutano in interazioni, si rivolgono alle istituzioni e vi è un continuo fluire di queste interazioni ed idee tra individui ed istituzioni e il nostro piccolo agire può cambiare il mondo.