Ogni carriera ha bisogno di una guida, di una direzione e, soprattutto, di qualcuno che possa...
La ricerca di un significato personale
La logoterapia di Viktor Frankl come bussola per il lavoro, la crescita e la vita professionale
Ci sono momenti in cui la domanda arriva di colpo, senza bussare:
“Perché sto facendo tutto questo?”
Non è crisi, non è debolezza.
È un segnale di maturità.
È l’Adulto che chiede chiarezza.
Viktor Frankl, psichiatra e fondatore della logoterapia, la chiamava ricerca di significato personale — non come concetto astratto, ma come processo concreto che può reggere l’urto della vita. Dopo Auschwitz, Frankl aveva visto troppo per accontentarsi di motivazioni superficiali: l’essere umano attraversa qualsiasi tempesta se ha un senso a cui aggrapparsi.
In azienda, nei progetti, nelle scelte professionali è la stessa identica cosa.
Non ci muove la felicità.
Ci muove un significato.
E quando manca, lo sentiamo subito: stanchezza, disaffezione, cinismo, perdita di energia.
Quando invece c’è, anche lo sforzo diventa cammino.
🔥 Logoterapia in tre idee chiave (tradotte per chi lavora, guida, cresce)
1) Il significato non si insegna — si scopre.
Non lo troviamo sui manuali di leadership.
Emergere dalle domande difficili, dalle svolte inaspettate, dai momenti in cui siamo costretti a guardare noi stessi senza il rumore di fondo.
La crescita non avviene mentre tutto fila liscio.
La crescita accade nei punti di frizione — lì dove il senso diventa urgente.
2) Le persone non si motivano: si attivano.
Lo dice Frankl, lo conferma l’esperienza quotidiana.
Le risorse si attivano quando sentono che ciò che fanno ha un peso, un valore, un impatto.
Il mentoring e il counselling lavorativo servono esattamente a questo: non dare risposte preconfezionate, ma aiutare qualcuno ad arrivare alla propria.
Significato = carburante inesauribile.
3) Le organizzazioni con senso sono più sane.
Non basta la strategia, non basta il budget, non basta la vision appesa al muro.
Un luogo di lavoro funziona davvero quando le persone si sentono parte di qualcosa che conta, quando possono portare competenze e identità senza dover scegliere tra efficacia e umanità.
Una cultura organizzativa che riconosce il senso:
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riduce turnover e conflitti
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genera appartenenza
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aumenta la responsabilità
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rende l’errore terreno di apprendimento, non di colpa
E tutto questo non perché “fa bene”,
ma perché funziona.
🧭 Tre domande da portare con sé
(Piccolo esercizio logoterapeutico da usare in team o su se stessi)
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Che cosa, oggi, ha valore per me?
Non cosa piace — cosa conta. -
Dove sento di poter essere utile, non solo capace?
La competenza senza senso pesa. -
Se nessuno mi giudicasse, cosa sceglierei?
Risponde la parte autentica, non quella addestrata.
Scriverle, lasciarle decantare un giorno, poi rileggerle.
Il significato non arriva con gli applausi: arriva in silenzio.
Perché questo tema nel mio lavoro di mentoring?
Perché senza un significato personale non esiste crescita.
Né professionale, né organizzativa.
Il mio lavoro è facilitare questo passaggio: aiutare le persone a trovare il proprio baricentro, la propria direzione, il loro perché vivo, non teorico.
Quando il significato è chiaro, il resto si allinea: obiettivi, relazioni, energia, ritmo.
Il senso non semplifica la strada — la rende percorribile.
📚 Bibliografia minima essenziale
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Viktor E. Frankl, Psicologo nei lager (FrancoAngeli)
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Viktor E. Frankl, Man’s Search for Meaning
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Alfried Längle, Il senso della vita (Erickson)