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Decisioni rimandate, responsabilità diffuse: cosa sta accadendo realmente?

Quando in azienda tutto funziona… ma niente si muove,  In molte aziende non c’è un problema evidente.
I numeri tengono. Le persone lavorano. Le riunioni si fanno.

Eppure qualcosa non scorre.

Le decisioni vengono rimandate.
Le stesse criticità tornano ciclicamente.
Le responsabilità si diluiscono.
I problemi non esplodono, ma restano lì, come sabbia negli ingranaggi.

Non è un’emergenza.
Ed è proprio questo il punto.


I problemi che non fanno rumore

Ci sono problemi che si vedono subito:
conflitti aperti, errori gravi, turnover improvviso.

E poi ce ne sono altri, più silenziosi:

  • questioni che “non vale la pena affrontare adesso”

  • decisioni che restano sospese

  • persone competenti che smettono di esporsi

  • frasi come: “È così ovunque”, “Non abbiamo alternative”, Non dipende da noi”

Questi problemi non fanno rumore.
Ma nel tempo costano moltissimo: in energia, motivazione, lucidità.


Non è un problema di competenze

Quando questo accade, la tentazione è intervenire su:

  • motivazione

  • engagement

  • comunicazione

  • formazione

Ma spesso le competenze non sono il vero nodo.

Il nodo è un altro:
le persone smettono di pensare e decidere dal proprio ruolo,
e iniziano ad adattarsi, aspettare, rimandare.

Non per disinteresse.
Spesso per eccesso di adattamento.


Quando l’organizzazione si abitua

Il segnale più chiaro non è il caos.   È l’abitudine.

Ci si abitua a:

  • lavorare “un po’ sotto livello”

  • non nominare ciò che crea attrito

  • fare molto, decidere poco

  • aspettare che qualcun altro si esponga

È una forma di funzionamento che regge.
Ma non evolve.

E quando il contesto cambia (mercato, persone, passaggi generazionali),
quella struttura mostra tutti i suoi limiti.


La domanda che conta davvero

In questi casi, la domanda utile non è:
“Come motiviamo di più le persone?”

Ma piuttosto:

  • dove si è bloccata la capacità di valutare e scegliere?

  • in quali punti l’organizzazione ha smesso di pensare insieme?

  • quali problemi non vengono più nominati perché “normali”?

Sono domande scomode.
Ed è per questo che servono spazi adeguati per farle emergere.


Pensare bene, prima di fare di più

A volte non serve un grande progetto.
Serve un luogo — fisico o simbolico —
in cui le persone possano tornare a pensare bene,
senza difendersi, senza giustificarsi, senza soluzioni preconfezionate.

Quando questo accade, succede una cosa interessante:
molti problemi si ridimensionano da soli,
perché tornano ad avere un nome, un perimetro, un responsabile.

E le decisioni riprendono a muoversi.


In conclusione

Se in azienda:

  • tutto sembra funzionare

  • ma niente si muove davvero

forse non è un problema di impegno.
È un problema di spazio di pensiero.

E quello, a differenza delle competenze, non si improvvisa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto dell’articolo: scala a chiocciola.
Strutture che funzionano. Decisioni che girano.
Quando la struttura c’è, ma la direzione resta implicita.