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I fondamentali del successo personale e professionale

Scritto da Rosa M. Mariani | 14-mar-2023 17.12.16

Cos'è il successo per me? Cos'è il successo per chi mi conosce?

È soddisfazione personale? Raggiungimento di obiettivi? Potere?

Direi che si potrebbe intendere per successo la capacità di riuscire a realizzare nello stato presente ciò che la persona desidera.

Chiameremo insuccesso, invece, quando nel presente, lo stato presente diventa diverso dallo stato desiderato, cioè nel presente, non riesco a realizzare ciò che desidero.

 Che ruolo giocano le emozioni?

Le emozioni giocano un ruolo centrale contrariamente a quanto ci hanno insegnato e cioè che si possa "pensare bene” soltanto nella misura in cui ci si separava dalle emozioni.

Da poco più di vent’anni, diversi studi sostengono invece che le capacità più ampie del pensiero si sviluppano nel momento in cui la persona recupera la componente emotiva.

Da quel momento in poi si distinguono due tipologie di approccio verso se stessi, quello in cui io col mio pensare, con la mia cognizione, cerco di riuscire a governare le mie emozioni. Invece nell'approccio opposto, io con la mia ragione cerco di sentire le emozioni, cerco di prenderle in considerazione, cerco di valutare.

 Questo approccio va a modificare anche l’approccio di cura del trauma che, da puramente cognitivo, agendo sulle emozioni come strumento di connessione, si rivela curativo. Si comincia quindi a vedere, da parte dei terapeuti, una considerazione del trauma nella sua componente emotiva.

Cosa c'entra questo rispetto al successo?

Se successo, è inteso come la realizzazione nel presente di qualcosa di desiderato. Il desiderato è necessariamente legato all'emozione.

Allora noi cominciamo a distinguere due stadi desiderati dentro di noi. Uno stato desiderato che nasce dalla cognizione e uno stato desiderato, che nasce invece dall'emozione.

Qual è il motivo del malessere delle persone, dell'incapacità di riuscire a realizzare quanto vogliono? Quel malessere viene dall'incapacità di dialogare col proprio bambino interiore.

La meditazione è un mezzo che può produrre un contatto autentico con le parti più profonde di noi. Queste parti sono visualizzabili dentro di noi con un bambino o una bambina.

Una matriosca con diversi livelli di sentire

Cosa ci dice questo bambino quando lo contattiamo? È come una matriosca, è come un adolescente, con dentro un bambino di cinque o sei anni, con dentro un bambino di due anni.

Il nostro mondo emotivo è costituito da un bambino di due anni con attorno un bambino più o meno di 5 o 6 anni e con attorno ancora un'adolescente.

Il successo dipende dalla realizzazione dello stato desiderato e lo stato desiderato dipende dall'emozione e l'emozione dipende dal contatto con l'adolescente.

Con i bambini di due anni quindi cominciamo a comprendere il successo in un altro modo.

A volte diciamo di avere avuto insuccesso mentre nella realtà c’è stato un successo ma la meta che ci siamo messi, che avremmo chiamato successo e poi è diventato realmente un successo, era in realtà una meta. le cui fondamenta erano assolutamente nel nostro bambino.

Tutti quelli che noi chiamiamo con noi stessi “insuccessi”, in realtà sono manifestazioni forti, precoci, immediate di queste parti, più arcaiche di noi. Queste parti che intervengono, che ci dicono “basta! non ce la faccio più!”

Sono parti che riescono ad intervenire nei modi più incredibili, quelli più immediati, cioè intervengono producendo effetti.

C'è un sabotatore in noi?

Incominciamo a chiederci, ma lo stato desiderato? Io mi sono posto in uno stato desiderato che prende in considerazione le diverse parti di me oppure è uno stato desiderato deciso per un'adesione all'immaginario, a quello che nell'immaginario, io devo essere, a quello che nell'immaginario devo diventare, deciso da parti genitoriali?

 Per le parti di noi da cui dipendono le emozioni l'unico modo per poterci integrare e sabotarci.

 Perché quando ci allontaniamo dalla componente emotiva più profonda l'unico modo per poterci integrare e sabotare?

Ecco perché. Per chiunque vuole realizzare nel presente ciò che desidera non esiste uno stato desiderato che non è fondato sulla componente emozionale. Non può esistere perché è destinato a me "stato emozionale" in quanto conflitto, a crollare.

Nel realizzare quanto desideriamo sentiamo significativi ostacoli a quanto desideriamo. Da dove vengono questi ostacoli?

Provengono da una dicotomia: la componente del pensare e la componente del provare, la componente del sentire.

Senza emozione c'è fallimento

Lo stato desiderato, non fondato sulla componente emozionale, è uno stato desiderato, esposto al fallimento. Uno stato desiderato é fondato su una componente emozionale se prende in considerazione il bambino dentro di noi., se prende in considerazione i tempi del bambino dentro di noi. Se prende in considerazione i modi attuativi del bambino dentro il mondo.

Questo non vuol dire affidare ad un bambino la realizzazione del nostro stato desiderato. No, significa prendere in considerazione quelle richieste.

Facciamo un esempio pratico, sono qui, sto scrivendo questo articolo. Dentro c'è la mia bambina di due anni, la mia bambina di 5, 6 anni, la me stessa adolescente.

 Cosa mi dice la mia bambina di due anni nel non vedere ma mamma? “Ho paura”.

Quando si ha paura di parlare in pubblico, per esempio, è il bambino di due anni che si fa sentire. E allora si deve imparare a rassicurare un bambino di due anni in noi.

Bisogna parlare con un certo tipo di tono, bisogna mettersi a quell'altezza. Bisogna mettersi davanti alla fonte dell'attacco presunto che il bambino vede. Se non mi metto in ascolto, non accolgo la paura, non rassicuro il mio bambino le mozioni troveranno un'altra strada e sarà quella del fallimento.

Il pensiero bianco nero

Un Bambini di 5 6 anni, non pensa come il bambino di due anni, incomincia a fare i ragionamenti, incomincia a credere che controlla la realtà. Ha delle idee ben precise. La realtà è così, la realtà è cosà.

Va trattato come un bambino di 5, 6 anni, serve dire che quello che lui pensa, è vero. E' vero  ma questa riflessione che lui ha fatto sulla realtà ha bisogno di essere arricchita. Allora, io adulto, ti insegno delle altre cose.

Partendo da questo punto, da quello che tu hai detto, arricchiamo con altro, che è la missione dell'adulto.

La visione del bambino di 5-6 anni anni è la visione della semplificazione. Il ragionamento tipico che impariamo a 5 6 anni è il ragionamento che ci porteremo per tutta la vita. Il bambino di questi anni semplifica bianco o nero – giusto o sbagliato

Concludendo

Se nel nostro desiderio c’è paura, se nel nostro desiderio c’è bianco e nero, allora prima di lavorare sulla condizione desiderata dobbiamo dialogare con le parti di noi che ci potrebbero sabotare, per paura. Dobbiamo arricchire di altre possibilità la visione dicotomica, biianco/nero - giusto/sbagliato.. Quando le parti che ci compongono sono state rassicurate, quando le emozioni che premevano sono state ascoltate, allora lì potremo lavorare sulla nostra condizione desiderata.

 Per arrivare ad ascoltare le nostre parti interne profonde la meditazione è un buon metodo. Restare immobili, con schiena retta, seduti sul bordo della sedia, sincronizzandoci con il ritmo del nostro respiro, tenendo gli occhi chiusi e mettendoci in ascolto di quel che emerge, allontanando i pensieri che ci attraversano, anche solo 13 minuti al giorno, è una buona preparazione.

Non pensiate che sia facile se non lo avete mai fatto: non riuscirete a stare fermi neppure 5 minuti;  non riuscirete a svuotare la testa dai pensieri invasivi. Vi garantisco che però i risultati, quando ce la farete, saranno sorprendenti.

 

Autrice: Rosa M. Mariani - rosa.mariani@pinksolution.it

Mentore e Digital Adviser | Esperta nell’industria della laminazione e verniciatura dell’alluminio | Esperta in processi organizzativi e di vendita | Esperta in piattaforme CRM e soluzioni digitali | Autrice | Networker